Siamo entrati per la prima volta in questo teatro in pieno centro a Lubiana in occasione del nuovo allestimento de I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini.
A dirigere l’allestimento il Maestro Roberto Gianola, mentre la regia è a cura di Frank van Laecke. L’allestimento di stampo moderno ambienta le vicende nella Verona degli anni Cinquanta del Novecento: l’opera comincia in un silenzio assordante, interrotto da un forte colpo di pistola. Lo spettacolo sfrutta una drammaturgia veloce, ogni scena è costruita con una cura meticolosa dei particolari, sia dal punto di vista registico che per le luci e i costumi, conferendo al tutto una resa quasi filmica. Le scenografie di Philippe Miesch sono estremamente minimaliste: un divano, quattro grandi proiettori d’epoca laterali e tanti fari in alto. L’impianto luci ha valorizzato ulteriormente la scenografia, trasmettendo quel gusto retrò che fa sì che lo spettatore non stacchi mai lo sguardo da ciò che succede sul palcoscenico. I costumi di Belinda Radulovic sono a dir poco perfetti: sembrano essere usciti da un film di quell’epoca.

Dal punto di vista musicale ci troviamo davanti a una produzione eccellente: si sentono le innumerevoli ore di lavoro e di ricerca della perfezione, sia dei cantanti che dell’orchestra. Si segnalano le prime parti delle seguenti sezioni: corni, clarinetti, arpa, tromba.
Romeo, interpretato dal mezzosoprano Nuška Drašček, trasmette passione, grinta: è in grado di immedesimarsi perfettamente nella parte. Drašček ha una voce piena e calda, capace di emozionare grazie al suo altissimo livello tecnico. Segnaliamo la passione e il sentimento con i quali ha interpretato il Finale secondo.
La Giulietta portata in scena da Nina Dominko è fresca e passionale allo stesso tempo. Emozionante la sua presenza scenica, notevole il suo livello tecnico. Noi l’abbiamo potuta già ascoltare al Teatro Verdi di Trieste all’interno di Mozartiade, e in questo allestimento è stata in grado di confermare le ottime aspettative in lei riposte, dando anima e corpo per rendere vivo il suo personaggio. Ottima l’intesa con Romeo a livello scenico, buona la fusione tra le due voci che, nei momenti di maggiore pathos, si scioglievano in un unico colore.
Capellio, padre di Giulietta, è stato interpretato da un granitico Peter Martinčič: il suo possente timbro vocale è in grado di incutere nello spettatore un timore reverenziale. Aliaz Farasin porta in scena un Tebaldo ben presente sulla scena. Lorenzo, interpretato da Slavko Savinšcek presenta una buona vocalità.

Roberto Gianola rende viva l’idea registica, creando una perfetta fusione tra la trama e la parte musicale. Buona l’intesa con in cantanti, nonostante le difficoltà dell’allestimento (causa normative COVID, l’orchestra viene posizionata in fondo al palcoscenico). Grazie alle sue capacità tecniche, Gianola è in grado di rendere pienamente vitale un’opera datata 1830. Il lavoro svolto insieme all’orchestra della Opera Balet Ljubljana è meticoloso, dettagliato e certosino: ottimo lo studio sugli accompagnamenti, sulla cura del suono e sul timbro di ogni sezione. L’orchestra riesce a essere un acquerello di mille colori, senza mai appiattirsi in una tinta unica. Il coro, diretto da Zeljka Ulcnik Remic, ha un suono compatto e molto potente, ed è perfettamente calibrato con i solisti, non sovrastandoli mai.
Un allestimento eccellente in un teatro piccolo ma accogliente, accolto da un’onda di applausi.
Ljubljana, 23 ottobre 2021
Cecilia Zoratti e Matteo Firmi