Il terzo concerto del Regio Metropolitano, secondo svoltosi nella moderna ed elegante cornice dell’Auditorium Agnelli di Torino, ha introdotto il pubblico ad una musica di pieno ottocento, riccamente mitteleuropea.

Il programma, nello specifico, vedeva l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, diretto dal Maestro Jan Latham-Koenig, eseguire il Preludio del I atto da Die Meistersinger von Nürnberg di Richard Wagner, il poema sinfonico Don Juan di Richard Strauss, e la Sinfonia in Re minore di César Franck.

L’orchestra torinese, che si conferma ancora una volta una preziosa garanzia non solo a livello operistico, ma anche sinfonico, è riuscita ad esprimere perfettamente tutte le sonorità, le dinamiche, i fraseggi, necessari in una musica così potente. Del preludio wagneriano si può sottolineare come abbia rappresentato un’apertura di serata perfettamente riuscita, in cui è stato sapientemente messo in mostra ed esaltato un Wagner maturo, sereno e vivace, ma è con le due opere successive che si raggiunge l’apice, a cominciare dal Don Juan straussiano, in cui il Maestro Latham-Koenig è riuscito a plasmare musica ed Orchestra dando vita ad un eroe lontano da quello “mediterraneo” e superficiale che si è soliti immaginare, ma più profondo e tormentato, ispirando l’ascoltatore e portandolo a credere nella vicenda e nel susseguirsi di una sorta di trama, nonostante lo stesso Strauss abbia utilizzato il soggetto come semplice fonte di ispirazione senza una vera logica che unisse nello sviluppo il poema letterario a quello sonoro.

Grande giustizia si è poi resa al compositore belga Franck, con la sua unica sinfonia mai composta, così poco apprezzata al debutto nel 1889 forse più per motivi storico-politici che non strettamente artistici, proprio a causa di quella musica così marcatamente “germanica” con importanti richiami wagneriani e brahmsiani, ben diversa dallo stile tollerabile, eticamente francese, a cui era abituato il pubblico dell’epoca. Nella pregevole esecuzione torinese si è dato ampio risalto proprio a queste sonorità vicine a Wagner, a queste sorte di Leitmotiv e queste venature drammatiche, tese e velate da una diffusa cupezza.

Al termine, lunghi e calorosi applausi per una pregiata serata all’insegna di musica di alta qualità.

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