Stiamo vivendo un’epoca in cui il mondo della cultura si cerca di risollevare dalla crisi profonda, in cui la pandemia ha avuto un ruolo aggravante decisivo. I teatri riprogrammano con fatica le loro stagioni e il pubblico in alcuni casi non sembra rispondere con lo stesso entusiasmo. Questo per dire che nel nostro paese investire nella cultura e nelle arti dello spettacolo appare mai come oggi un atto di coraggio e di volontà enorme. Il Maestro Gianni Ferrini e il team di Ariadimusica possiedono entrambe le caratteristiche e rappresentano non solo un’accademia musicale come tante, ma una famiglia musicale che mira a creare il talento a 360°, formandolo come musicista ma anche come artista (concetti ben diversi). Abbiamo intervistato Ferrini in occasione del primo concerto, domani (5 dicembre) dell’Orchestra Ariadimusica, un obiettivo importante raggiunto con uno sforzo organizzativo e ideativo praticamente unico al giorno d’oggi.
Iniziamo con il parlare del progetto di Ariadimusica e di com’è nato.
Ariadimusica è nata sei anni fa da una mia idea. Dopo aver lavorato per venticinque anni al Teatro dell’Opera di Roma come maestro sostituto e pianista, avevo l’intenzione di dedicare il mio tempo all’insegnamento, alla formazione dei giovani, coinvolgendo artisti e professionisti che avevo conosciuto durante la mia esperienza e la mia vita. Ho lasciato l’Opera di Roma, ho trovato gli spazi e ho fatto nascere questo mio progetto, dapprima come associazione e poi come scuola di musica. Ho subito chiamato gli amici di una vita e li ho invitati a dare il loro contributo: il primo è stato Donato Renzetti e subito dopo Bruna Baglioni, con la quale abbiamo organizzato la prima masterclass di canto lirico. Avendo avuto come primi ospiti due “big” come loro, il progetto ha subito immediatamente una forte accelerazione rispetto ai miei stessi piani.
Come musicista hai avuto tu stesso una formazione importante: citiamo tra gli altri tuoi maestri Orazio Frugoni, grande pianista e grande didatta. Come hai compiuto il passaggio dal lavoro “sul campo” alla didattica musicale, che è una materia alquanto delicata?
La didattica è alla base del progetto di Ariadimusica, in quanto fin da subito ho voluto strutturare la scuola su una formazione che partisse dalla propedeutica fino all’alta formazione. Io mi occupo principalmente della didattica per quanto riguarda il pianoforte ma ho cercato di coinvolgere nel percorso formativo pianistico anche grandi artisti: è il caso di François-Joël Thiollier, che è stato nostro ospite qualche anno fa, o altri nomi importanti che ancora non posso svelare, ma che hanno già dato la loro disponibilità per il prossimo futuro. Abbiamo già dei valenti giovani pianisti, con qualità musicali di spessore che possono portare ad una brillante carriera. La mia esperienza all’Opera di Roma ha fatto sì che molti artisti si siano offerti di partecipare al progetto. Bruna Baglioni o Renata Lamanda ne sono l’esempio. Con loro è stato possibile impiantare dei corsi settimanali di canto lirico anche per i principianti.
La bravura è stata anche quella di trovare artisti non solo generosi, ma anche a proprio agio nella didattica, anzi devoti ad essa…aspetto non così comune.
Non so se sia bravura o fortuna, ma ho trovato un grande entusiasmo in tutti gli artisti che ho coinvolto nel progetto, e anche grande attenzione e volontà nel dedicarsi ai giovani. Tutti i nostri progetti sono sempre finalizzati alla valorizzazione dei giovani. Generalmente, più di qualche volta, chi fonda un’accademia rischia di diventare autoreferenziale, mentre noi cerchiamo davvero di restare dietro le quinte e di mettere in luce il talento dei nostri ragazzi. Devo dire che tutte le personalità che abbiamo incluso nelle nostre attività si sono prestate con grande entusiasmo. Uno su tutti Franco Mezzena. Con lui, diventato Vice Presidente di Ariadimusica, si è instaurata fin da subito un’amicizia personale non comune ed una grande intesa musicale: il suo corso di violino e musica da camera ha “portato” nella nostra scuola una schiera di giovani violinisti di altissimo livello, grazie ai quali si è potuta anche creare la nostra orchestra, l’Orchestra Ariadimusica, che debutterà a Roma a dicembre al Teatro Italia e che sarà formata da tutti i migliori allievi di Ariadimusica. Ci tengo a precisare che le sezioni dei violini I e dei violini II sono interamente formate da allievi del corso davvero straordinario del M° Mezzena. Il nostro violino di spalla è Alexandra Xanto, violino di grande esperienza e preparazione.

In un’epoca in cui le orchestre chiudono, la fondazione di una nuova orchestra è una notizia che ci porta ottimismo, e che sicuramente richiede grande impegno…
Sì, l’orchestra è uno strumento straordinario che abbiamo fortemente voluto, poiché permette un’ulteriore evoluzione dell’aspetto di alta formazione caratterizzante la nostra scuola. Essa permette per esempio agli allievi del corso straordinario di direzione d’orchestra del M° Renzetti e delle sue masterclass, di potersi confrontare con una compagine orchestrale di grande qualità. In orchestra ricevono un rimborso spese, aspetto non secondario per un giovane artista, che deve affrontare i primi passi professionali. I migliori allievi hanno inoltre la possibilità di esibirsi come solisti in concerti accompagnati dalla nostra orchestra oltre che farne parte. Tra i corsi connessi a questa attività vorrei citare quello del clarinettista Gianluigi Caldarola, primo clarinetto solista dell’Opéra Royal de Wallonie, fra i più talentuosi musicisti della sua generazione, che sarà fondamentale per la sezione di fiati della nostra orchestra. In passato abbiamo avuto più di una masterclass con il flautista Andrea Oliva che speriamo di riavere con noi presto. Tante le collaborazioni di valenti musicisti dal 2015 ad oggi che non ho ancora citato: Lev Klychkov, violino di spalla della Filarmonica di San Pietroburgo; Enzo Turriziani, primo trombone dei Wiener Philharmoniker; Lorenzo Antonio Losco, clarinetto basso della Hong Kong Philharmonic Orchestra nonché guest della London Symphony; Ottaviano Cristofoli, prima tromba della Japan Philharmonic Orchestra; Patrick De Ritis, primo fagotto solista dei Wiener Symphoniker che ha invitato ad Ariadimusica artisti come Klaus Thunemann, Milan Turkovic e Valeri Popov. Fra i grandi artisti lirici sono stati ospiti ad Ariadimusica grandi stelle della lirica: i baritoni Carlo Guelfi e Giovanni Meoni; il basso Carlo Colombara, i soprani Amarilli Nizza, Stefania Bonfadelli, Elisabeth Norberg-Schulz, Susanna Branchini; con Barbara Frittoli abbiamo instaurato un rapporto veramente speciale, come con il regista Henning Brockhaus, uno dei maggiori esponenti nel campo della regia lirica e teatrale a livello mondiale. Abbiamo molti progetti dedicati all’analisi dei personaggi delle opere secondo le partiture e i libretti e una riduzione de La Traviata di Verdi, in forma semi-scenica e aperta al pubblico, si è tenuta ad Ariadimusica nel 2019.
Quali sono le altre prospettive future?
Intensificheremo per esempio il rapporto con Bruna Baglioni, sono legato a lei da un rapporto di grande affetto e stima, ma soprattutto la ritengo una delle più brillanti espressioni dell’opera lirica, di un mondo e di un’epoca che sembra stia purtroppo finendo. Chi ha vissuto come me gli ultimi vent’anni dell’epoca d’oro del Teatro dell’Opera, potrà capire il grande piacere e onore di averla qui. Grazie alla disponibilità e generosità di Bruna, oltre che alla sua competenza come docente, abbiamo in mente tanti bei progetti.
Quali sono i tuoi consigli ad un giovane che si avvicina alla musica e alla didattica propedeutica? Ma anche a campi specifici e particolari come il canto lirico o la direzione d’orchestra?
Per quella che è la mia esperienza io consiglio ai giovani di studiare e prepararsi sempre, non pensando e lamentandosi per le occasioni che sfuggono o per le possibilità che non vengono date. Bisogna riporre tutta la propria attenzione prima di tutto sulla formazione, confrontandosi con le persone giuste, non cercando insegnanti che promettono concerti o carriera facile, ma cercare docenti che possano essere importanti per formarsi come musicisti e artisti. Un giovane non può demoralizzarsi ai primi tentativi falliti: una volta Aldo Ciccolini mi disse una cosa che mi è sempre rimasta impressa: “La vita e la musica sono fatte per i cocciuti”, ed è proprio così, nella musica come nella vita bisogna combattere. Ci sono mille motivi per cui un’audizione, un’occasione può non andare positivamente: il tuo stato di salute (per un cantante specialmente), il nervosismo, la preoccupazione…ma l’importante è aver raccolto quanto di positivo c’è in quell’esperienza e continuare con il proprio studio facendone tesoro per la propria crescita artistica e umana. Se viene fatto questo lavoro su se stessi credo che prima o poi i frutti si potranno cogliere. Ultimamente avverto, purtroppo, la tendenza generale a dare le colpe agli altri dei propri insuccessi e questo sfocia in un meccanismo dannoso per la propria formazione musicale.

Quali sono gli obiettivi futuri di Ariadimusica e anche i tuoi sogni da realizzare nell’ambito di questo progetto?
Tantissimi obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti, tra cui l’Orchestra Ariadimusica, che come dicevamo, non è una cosa semplice da realizzare. Avendo però il M° Renzetti alla guida della classe di direzione d’orchestra questo era il nostro più grande obiettivo da raggiungere. Tra gli importanti progetti realizzati aggiungo anche l’organizzazione del campus musicale estivo, nel borgo medievale di Montecosaro, in provincia di Macerata, un’esperienza davvero entusiasmante che ripeteremo anche quest’anno grazie alla collaborazione con l’Associazione L’Enarmonica del M° Lorenzo Perugini, giovane direttore d’orchestra. Con Franco Mezzena abbiamo poi creato un’etichetta discografica, Aria Records, con l’obiettivo e sogno di promuovere i talenti più brillanti di Ariadimusica attraverso le incisioni, promuovendole anche online e dando la possibilità a questi giovani musicisti di farsi conoscere. Vogliamo facilitare l’aspetto della promozione che nella nostra epoca è fondamentale per la costruzione di una carriera. Purtroppo la pandemia ha bloccato molti dei nostri propostiti. Al momento tutto il sostentamento di Ariadimusica è ancora sulle nostre spalle e sulle nostre forze (sia da un punto di vista emotivo, organizzativo ed ovviamente economico), quindi il sogno principale è quello di trovare sostegno nelle istituzioni, per far sì che questi talenti possano sbocciare nel migliore dei modi e possano essere messi in luce attraverso eventi, concerti, un ventaglio di occasioni per esibirsi il più ampiamente possibile. Abbiamo già avuto diversi allievi che hanno vinto concorsi e competizioni internazionali e il sogno più bello è vederli testimoni del nostro lavoro e dei nostri ideali di formazione. Devo anche ricordare i corsi che non afferiscono al mondo della musica classica: abbiamo ben quattro corsi di canto moderno e molti corsi di strumento che grazie alla preparazione dei nostri insegnanti sono molto apprezzati. Oggi contiamo su quasi 90 allievi dei corsi “base”, un risultato notevole che ha premiato i nostri sforzi.
Ariadimusica si contraddistingue per la sua organizzazione virtuosa, non solo efficiente dal punto di vista pratico ma anche come ambiente stimolante per la formazione e la crescita artistica: come si arriva a questo livello?
Io arrivo dal pianoforte e dal teatro e direi che attraverso la mia esperienza personale ho imparato a gestire una situazione come questa, dove convivono realtà diverse: una cosa è gestire una classe di clarinetto, un’altra una classe di canto lirico…ci sono richieste ed esigenze diverse, che vanno previste e assecondate. Una cosa di cui sono veramente orgoglioso è che noi non approfittiamo mai dei nostri ragazzi, vanno aiutati ad emergere e sostenuti nel modo giusto. Abbiamo il vanto di aver dato diverse borse di studio (sempre con le nostre risorse) a giovani di talento, meritevoli dell’attenzione del mondo musicale. Lo abbiamo fatto anche grazie ai docenti che sono stati coinvolti nei nostri progetti e che hanno creduto fortemente nella nostra idea e nei nostri ideali e per questo hanno rinunciato a parte dei loro compensi in favore della formazione dei giovani. I ragazzi avvertono questa attenzione, la percepiscono e sono per questo stimolati a dare sempre di più e a mettere in campo tutta la loro volontà di crescere e migliorarsi. Una cosa che mi ha inorgoglito e commosso durante il lockdown è stato il continuo arrivare di messaggi da tutto il mondo, da ragazzi che sono negli anni passati di qui e che volevano sapere come stavamo noi e come era la situazione ad Ariadimusica, quali erano le nostre preoccupazioni e le problematiche di quel momento. Abbiamo fatto lezioni online anche gratuite, ma non abbiamo utilizzato troppo questo mezzo, poiché credo che non siano lezioni complete da un punto di vista formativo. Avevamo in programma un importante e bellissimo concorso per violinisti dedicato al grandissimo Franco Gulli, con la partecipazione in giuria del nipote Federico Agostini, che sarebbe venuto da Tokyo appositamente, ma abbiamo preferito rinviarlo ulteriormente perché pur rispettando chi fa i concorsi online, non credo sia la formula più corretta per una forma d’arte come la musica, che deve rimanere performance dal vivo. Quindi non appena ci sarà la possibilità lo riprogrammeremo. Anche in questo caso ho visto la sensibilità dei ragazzi, che hanno capito e condiviso questa nostra decisione. Organizzeremo anche un concorso intitolato al pianista e didatta Bruno Mezzena, il padre di Franco, con una commissione già ideata molto importante. Abbiamo molta esperienza nel campo musicale, non sottovalutiamo gli aspetti organizzativi, di comunicazione, di gestione. Ci vuole conoscenza e molta determinazione.
Abbiamo partecipato al masterclass di canto lirico di Bruna Baglioni e possiamo testimoniare la qualità degli appuntamenti di Ariadimusica
Grazie. Avere Bruna Baglioni è sempre un immenso regalo e siamo sempre in contatto per creare nuove occasioni di confronto tra lei e i giovani studenti di canto lirico. La cosa che poi abbiamo voluto è stata quella di affiancarle altri brillanti artisti, come i Maestri Alessandro d’Agostini, Brian Castles-Onion dall’Australia e Leonardo Angelini al pianoforte, perché i ragazzi avessero la possibilità di una crescita formativa il più articolata e arricchente possibile, con un lavoro sulla tecnica vocale, il rigore musicale e l’approfondimento interpretativo. Questo è un lavoro in cui noi crediamo e che un giovane studente di canto dovrebbe fare praticamente quotidianamente per poter diventare artisticamente solido e competitivo. Questa tipologia di masterclass è consigliabile anche a cantanti già in carriera, e troviamo già dei giovani artisti che calcano da qualche anno le scene e che tornano a Roma per partecipare a questi nostri progetti, proprio per la loro completezza formativa. Io tengo molto, insieme alla mia squadra, alla qualità delle iniziative che propongo ai nostri giovani allievi. Io stesso imparo moltissimo e stare insieme ai giovani ci fa ringiovanire giorno per giorno, pronti ad affrontare nuove sfide e a raggiungere nuovi obiettivi!
Tantissimi In bocca al lupo!