Vedere ed ascoltare la Tosca al Costanzi di Roma è come andare a Londra per vedere uno spettacolo di Shakespeare: gli spettatori romani non vedono l’ora di trovarsi due volte nella propria città e sentire nominare luoghi a loro cari. Si vede come il pubblico romano apprezzi particolarmente quest’opera e fortunatamente gli artisti della serata del 12 dicembre hanno soddisfatto ampiamente lo loro aspettative.
Innanzitutto, le scenografie sono una ricostruzione curata da Carlo Savi dei bozzetti di Adolf Hohenstein serviti per le scene della Tosca “originale” del 1900. Sicuramente delle scenografie così curate nei dettagli hanno aiutato lo spettatore a non annoiarsi poiché essendo un’opera non particolarmente movimentata, anche la scena aggiunge dei particolari che le fanno prendere vita. La regia classica di Alessandro Talevi ha fatto amalgamare bene gli artisti con ciò che li circondava e allo stesso modo la bacchetta di Paolo Arrivabeni ha accompagnato orchestra, coro e cantanti in maniera ottima, con un bilanciamento perfetto tra le voci e gli strumenti.
Per quanto riguarda il cast, il Teatro dell’Opera di Roma ha scelto delle voci splendide e molto apprezzate. Sicuramente spicca Saioa Hernández, nei panni di Tosca, la quale ha incantato gli spettatori durante tutto il corso dell’opera, quasi mettendo in ombra gli altri artisti presenti sul palco grazie al timbro preciso e magnetico. Dopo la famosissima aria “Vissi d’arte” il pubblico, emozionato, le ha rivolto numerose ovazioni, chiedendo anche il “bis” e, anche se non è stato concesso, ha continuato a tributarle continue acclamazioni. Ugualmente apprezzato è stato il Barone Scarpia, interpretato da Roberto Frontali, con una voce possente e una presenza scenica imponente. Anche il “Te Deum”, rappresentato maestosamente, è stato molto applaudito. A completare i protagonisti c’è Mario Cavaradossi, interpretato da Vittorio Grigolo. È interessante pensare che su quello stesso palco, nel dicembre di più di trent’anni fa, c’era sempre lui a fare il pastorello (che questa volta è stato interpretato da Davide Praticò) al fianco di Pavarotti e Kabaivanska. La voce di Grigolo è sicuramente molto calda e passionale, ideale per questo ruolo e altamente apprezzata dal pubblico romano.
A completare il cast ci sono piccoli ruoli, pur interpretati magistralmente, dai seguenti artisti: Roberto Abbondanza (il sagrestano), il quale si è fatto riconoscere sulla scena anche per la sua mimica vivace; Luciano Leoni (Cesare Angelotti), Saverio Fiore (Spoletta), Leo Paul Chiarot (Sciarrone) e Fabio Tinalli (un carceriere). Anche il coro del teatro dell’Opera di Roma, come sempre magistralmente preparato dal Maestro Roberto Gabbiani, è stato vero protagonista alla fine del primo atto, durante il “Te Deum”, pezzo che ha lasciato tutto il pubblico senza parole.
Nel complesso la serata è stata un successo e la preparazione di ciascun interprete era altissima e spettatrici e spettatori non si sono mai sottratti alla possibilità di farglielo sapere attraverso numerosissime e calde testimonianze di assenso.
Roma, 12 dicembre 2021