In un periodo così difficile come quello che stiamo vivendo, un titolo rossiniano dovrebbe regalare una serata di spensieratezza… dico dovrebbe perché dobbiamo tenere in considerazione la variabile acustica del teatro e l’incognita che può trasformare un’ottima serata divertente in una serata alquanto atipica. La recita del Barbiere di Siviglia al Verdi di Trieste vedeva alla direzione il m° Francesco Quattrocchi, alla regia Massimo Luconi e nella compagnia di canto Matteo Macchioni (Il conte Almaviva), Gurgen Baveyan (Figaro), Kimika Yamagiva (Rosina), Diego Savini (Bartolo), Guido Loconsolo (Basilio) ed Elisa Verzier (Berta). La regia di Massimo Luconi ambientava la scena di una Siviglia senza tempo e senza identità, muovendo i personaggi con poca grinta e spirito. Un allestimento che non permetteva molto allo spettatore di ambientarsi e lasciarsi andare.

L’orchestra della fondazione regala una Ouverture inziale  di buona qualità anche se certe scelte agogiche lasciano talvolta a desiderare. Il coro diretto da Paolo Longo, riesce fornire una prestazione di buona qualità pur cantando per l’intero allestimento con la mascherina.  I recitativi sono stati il punto di forza di questo allestimento che grazie alle splendide mani di Adele D’Aronzo hanno sempre avuto la giusta grinta e forza. Il Conte almaviva interpretato dal giovane Matteo Macchioni, è attorialmente spigliato, vestendo il ruolo al meglio in ogni piccolo dettaglio scenico. La sua vocalità però sembra emergere nei recitativi, mentre in altri punti non riesce sempre a “bucare” la potenza del suono orchestrale.

Divertente l’interpretazione di Gurgen Baveyan, che nel ruolo di Figaro riesce ad amalgamare bene l’aspetto attoriale e quello vocale. Timida e minuta, Kimika Yamagiwa, vestendo i panni di Rosina non riesce ad esprimersi sempre al meglio nel dipinto rossiniano, così che la sua “Una Voce poco fa” risulta sentita e ben interpretata ma anche nel suo caso con qualche problema nel superare la massa orchestrale. Buona la parte di Bartolo che ben interpretato da Diego Salvini riesce a essere sempre puntuale e ad apparire in parte sotto ogni aspetto.Guido Loconsolo nelle vesti di Basilio ben interpreta il ruolo sia attorialmente che vocalmente. Ottima ed elegante la giovane Elisa Verzier, ha ben saputo usare al massimo il suo strumento vocale negli spazi che Rossini le ha concesso. Speriamo di poterla riascoltare al più presto sul palcoscenico del Verdi.

Francesco Quattrocchi guida un allestimento che purtroppo non arriva ad una amalgama perfetta tra buca e palcoscenico. La disposizione attuale della buca orchestrale crea all’ascoltatore delle problematiche, la dinamica orchestrale spesso risulta di spessore troppo elevato e le voci dei cantanti non arrivano perfettamente alle prime file della platea, problema che fortunatamente non coinvolge le gallerie e il loggione. E’ triste altresì notare che il teatro in questi tempi non riesce a riempirsi anche con un titolo così popolare. Speriamo che nelle prossime produzione qualcosa possa cambiare. 

Trieste, 4 dicembre 2021

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