L’Estate dei festival in Italia si sa, offre gemme preziose e ne intesse una collana per tutta lo stivale, per la gioia dei vacanzieri musicali, che godendo delle atmosfere estive si pasce in santa pace, immerso nelle sue passioni artistiche. Gemma preziosa è il Magnetic Opera Festival, realtà ormai consolidata, che accoglie nelle magiche e carezzevoli atmosfere dell’Isola d’Elba, concerti e opere, richiamando attenzione di critica e pubblico anche per gli artisti coinvolti. Quest’anno le punte di diamante saranno José Carreras e Jakub Józef Orliński, il controtenore più popparolo del momento, a cui toccherà inaugurare il festival questa sera (8 luglio 2022, ndr.) con un concerto Portoferraio, presso l’area archeologica della Linguella, intitolato Giovani Eroi, che gli vedrà al fianco Natalia Kawałek (mezzosoprano) e l’Ensemble Il Giardino d’Amore diretto dal violino e maestro concertatore Stefan Plewniak. In questi giorni di attesa dell’evento abbiamo intervistato Orliński, riflettendo con lui (con la dovuta leggerezza e brevità festivaliera), sulla modernità del Barocco e sul suo ruolo di icona pop.
L’Italia non è un paese frequente nella sua agenda, quali sono le sensazioni di cantare nel paese che è stato culla del barocco e dell’opera lirica?
Amo viaggiare su e giù per l’Italia. Non capita spessissimo, ma ad esempio ho registrato diversi album qui, come a Lonigo tutti i dischi con Il Pomo d’Oro. Adoro l’Italia, la lingua italiana e anche il pubblico, solare e gentile, così come adoro la cucina italiana. Mi piace esibirmi in questo Paese e mi auguro di poterlo fare sempre più spesso, qui dove tutto è cominciato. Ti senti “diverso” cantando soprattutto la musica barocca proprio nei luoghi, nelle città in cui è stata composta o eseguita le prime volte, è un’esperienza straordinaria.
Il Barocco è oggi come non mai un genere assolutamente pop e popolare: quali sono le caratteristiche che lo rendono tale e in che modo crede che il suo linguaggio parli all’attualità in modo così profondo?
Concordo con le fonti che riportano come il barocco fosse la “pop music” della sua epoca. È stata composta per divertire le folle e la sua armonia è in grado di toccarti l’anima. Non si è forse in grado di classificarla immediatamente, ma sa parlarti in modo diretto, quando la ascolti immediatamente ti trasmette qualcosa. E credo sia questo uno dei motivi per cui è diventato un genere così popolare e si è diffusa così velocemente e su larga scala la conoscenza dell’interpretazione della musica barocca, e si è sviluppato il ruolo del controtenore, così come la “community” del barocco e il suo pubblico si sono ampliati soprattutto nelle ultime due decadi.

Lei rappresenta la nuova generazione di artisti di musica “classica”: quali sono le sue osservazioni riguardo la trasformazione della professione del cantante e del suo ruolo all’interno di un società legata sempre più ai media?
È una domanda molto interessante. Quando ho iniziato a muovere i primi passi nella musica classica, non avevo alcuna intenzione di cambiare le cose. Ero, e sono, innamorato della musica classica, parla alla mia anima e muove le mie emozioni. Quindi cos’è successo? Semplicemente oggi abbiamo a che fare con un contesto diverso, ci sono nuove piattaforme, come ad esempio i social media, e questo è naturale per un giovane musicista. Noi artisti utilizziamo i social, come Facebook, YouTube, Instagram, TikTok per diffondere la nostra arte e il fascino della musica classica. Non c’è niente di male, perché il pubblico lo chiede, senza nulla togliere al fascino dell’opera o del concerto dal vivo. Noi semplicemente compiamo uno step in più usando questi nuovi strumenti per diffondere la musica e per raggiungere nuovo pubblico, per coinvolgerlo e interessarlo alla classica. La musica classica è fantastica e l’utilizzo dei social media è, quindi, giusto un modo in più per diffonderne la conoscenza e cambiare la prospettiva in cui questo genere viene percepito rispetto ad altri tipi di musica, soprattutto dalle nuove generazioni, dai giovani.
Il titolo del concerto di questa sera è Giovani Eroi: come ha scelto le arie proposte e qual è in questa galleria di personaggi quello che sente più affine alla sua personalità sia vocale che artistica?
Ad essere onesto il programma di questo concerto rappresenta cosa ci piace fare e che tipo di artisti siamo. Io e il direttore Stefan Plewniak, fondatore dell’ensemble Il Giardino d’Amore che ci accompagnerà lungo la serata insieme al mezzosoprano Natalia Kawałek, abbiamo voluto qualcosa di più: esplorare quali traguardi avessimo raggiunto e dove potessimo ancora arrivare. Nel concerto, quindi, abbiamo introdotto dei “dialoghi”: gli strumenti dialogano tra loro, come i due violini, e poi il liuto e la viola d’amore, e ovviamente le voci. E sta qui il vero traguardo di questo programma. Vogliamo conversare con le emozioni pure, stabilendo una connessione con il pubblico. Per questo particolare concerto mi sono completamente immerso nei personaggi anche studiando il background storico, le vicenda e, ovviamente, la musica, così da restituire agli spettatori le emozioni di quel mondo. Tra tutti, amo il personaggio di Rinaldo: è sia un guerriero, che un tenero amante. E qui sta la bellezza del barocco, puoi essere tutto.
Quali i prossimi impegni?
Ho moltissimi progetti in cantiere; i prossimi concerti mi vedranno a Londra, poi in Sud America, quindi a Parigi e a San Francisco con un Orfeo ed Euridice.
Grazie a Jakub Józef Orliński e In bocca al lupo!