Il secondo concerto della stagione sinfonica del Teatro Verdi di Trieste comincia con il botto: il teatro è completamente pieno e sia in platea che nei palchi si vedono molti giovani, grazie anche ai prezzi vantaggiosi dei biglietti a loro riservati. È il segno che le scelte del Teatro per questa stagione si stanno rivelando efficaci. Come anche efficace è il programma di questo concerto, che prevede l’Ouverture Egmont in fa minore di Beethoven, il Primo Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 6 di Paganini, con il violino solista di Giuseppe Gibboni, per andare a terminare con la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98 di Brahms. Sul podio il Maestro Enrico Calesso: con il suo gesto, sempre composto e mai fuori dalle righe, dirige un’orchestra dalle sonorità decisamente compatte. Per il Concerto di Paganini entra Giuseppe Gibboni: classe 2001, il giovane violinista ha vinto il Premio Paganini nel 2021, quarto italiano nella storia del concorso, capace di riportare il trofeo in Italia dopo 24 anni. La sua compostezza sul palcoscenico ben si abbina a tutta l’espressività che è in grado di mostrare dalle prime note, che incantano letteralmente il pubblico. C’è una buona intesa tra il solista, il direttore e l’orchestra, che si manifesta tramite sguardi e sorrisi di approvazione. Al termine della sua esecuzione, Gibboni viene letteralmente sommerso dagli applausi e dal calore del pubblico, tanto che concede addirittura tre bis.
Dopo la pausa si prosegue con la Sinfonia di Brahms: anche in questo caso la direzione del Maestro Calesso risulta molto morbida, sentita ma senza mai tracimare nell’esagerazione, soprattutto a livello di dinamiche. L’orchestra risponde sempre molto bene alle richieste del direttore, mostrando una sempre costante crescita artistica. Numerosi gli applausi al termine del concerto da parte di un pubblico entusiasta.
Trieste, 10 settembre 2022