Dopo oltre mezzo secolo di assenza dalle scene del “Comunale”, ritorna a Modena la grande opera di Arrigo Boito. Se l’ultima volta vi era una giovanissima Mirella Freni ad incantare il pubblico, questa volta ci pensa più di ogni altro sicuramente…il Coro Lirico di Modena
“Il Kolossal della Scapigliatura” lo ha definito il direttore Francesco Pasqualetti nel libretto di sala. E in effetti c’è un che di cinematografico in questa inusuale e mastodontica opera che arriva in alcune scene a contare fino a 180 esecutori tra buca e scena contemporaneamente. Un lavoro originale che non portò inizialmente fortuna ad Arrigo Boito, costretto a rivederne completamente la partitura dopo il primo fiasco. Estro, stravaganza, grandiosità, c’è un po’ di tutto questo e molto altro in un’opera che o si ama o si odia ma che sicuramente è diventato sempre più raro vedere ed ascoltare in teatro per ragioni di difficoltà organizzative, musicali, registiche e, perché no, economiche. L’ultima volta a Modena fu nel lontano 1956, protagonista femminile un giovane incantevole soprano di casa, Mirella Freni, la quale aveva debuttato solamente un anno prima come Micaela in Carmen, nello stesso teatro.
Regista, scenografo e costumista, Enrico Stinchelli risolve lo spettacolo con un ampio uso di proiezioni (video e luci sono di Angelo Sgalambro) che gli permette di evitare allestimenti dispendiosi ed elaborati, sbizzarrendosi ed entrando con tutto sé stesso e la propria dichiarata passione per questo titolo, nelle atmosfere dell’opera. La scelta incontra il favore del pubblico risultando indubbiamente affascinante in alcune scene, come quella del Prologo con giochi di luce davvero suggestivi, mentre talvolta appare a nostro giudizio un po’ troppo ridondante e ricolma di elementi mescolati in un calderone confuso, come nel Sabba in cui appaiono una dopo l’altra una serie di tragedie contemporanee (Coronavirus compreso) sullo sfondo, mentre il palcoscenico si riempie di figure di ogni tipo che danzano e si muovono senza troppa coerenza (coreografie di Michele Merola, danzatori Agora Coaching Project e MM Contemporary Dance Company), dando l’impressione, come avviene per i protagonisti, che talvolta vengano un po’ a mancare precise indicazioni sui movimenti e la regia vera e propria. Resta comunque uno spettacolo riuscito, d’effetto e complessivamente godibile.
Per quanto riguarda la parte musicale, la direzione è affidata a Francesco Pasqualetti, che riesce nell’impresa di sostenere con polso saldo e carattere una partitura assai ardua per i contrasti che vi sono insiti, i quali richiedono anche una importante dose di profondità interpretativa. L’insieme procede senza intoppi e pur senza strafare, il Maestro riesce ad emozionare, obiettivo mai scontato da raggiungere. L’Orchestra Filarmonica Italiana, al netto di qualche opacità nella sezione dei fiati, esegue con professionalità.
Le voci, nel complesso soddisfacenti, sono quelle di Simon Lim per quanto riguarda il ruolo del protagonista. Il baritono è interprete credibile e convincente, il suo personaggio appare ben scolpito sia scenicamente che vocalmente, grazie ad un timbro di bel colore e grande volume e una buona personalità nel porgere. Antonio Poli, tenore anch’esso ben noto alle cronache, si distingue positivamente come Faust. La voce morbida e il fraseggio musicale si scontrano con una sola piccola pecca, il registro più acuto, in cui i suoni appaiono un po’ meno proiettati. Sensibile e ispirata la Margherita/Elena di Marta Mari, particolarmente espressiva in “L’altra notte in fondo al mare”, così come molto bene si disimpegna Paolo Lardizzone nei panni di Wagner. Un po’ sottotono si mostra Eleonora Filipponi come Marta, mentre ben inserite nell’assieme risultano le prove di Shay Bloch, Pantalis e Vincenzo Tremante, Nereo.
Una nota a margine finale va lasciata in questa occasione ai cori. Innanzitutto al Coro Lirico di Modena e al Coro del Teatro Municipale di Piacenza, splendidamente uniti dal Maestro Corrado Casati e poi alle Voci Bianche del Teatro Comunale di Modena, ottimamente preparate dal Maestro Paolo Gattolin. Tutte e tre le compagine dimostrao con grande competenza e sinergia di saper rendere onore ad alcune delle pagine più ardue e al tempo stesso suggestive che Arrigo Boito assegna loro, uscendone, a nostro avviso, come il miglior ricordo di questa serata.
Al termine approvazioni calorose per tutta la compagnia.
Modena, 7 ottobre 2022