Capuleti e Montecchi manca a Trieste da circa cinquant’anni: l’ultimo allestimento risale infatti al 1974, in cui era presente anche Katia Ricciarelli nel ruolo di Giulietta.

La regia di questa nuova produzione è firmata da Arnaud Bernard, il quale sceglie di ambientare la storia all’interno di un museo immaginando i quadri prendere vita. L’idea registica può sembrare funzionale e originale, ma in questo caso risulta lenta e monotona. Le scene di Alessandro Camera e le luci di Paolo Mazzon ben si adattano all’idea di Bernard, ottime la cura dei particolari e le diverse intensità di luce. I costumi dalle tonalità pastello, curati da Carla Ricotti, ben si amalgamano con la scenografia, risultando tuttavia quasi scontati.

Sul podio, il Maestro Enrico Calesso non convince totalmente con la sua interpretazione: si riscontrano movimenti di una lentezza eccessiva e alcuni recitativi poco curati. Buona invece la lettura delle pagine orchestrali. L’orchestra della fondazione è sempre una punta di diamante: ottimi il corno di Paolo Rizzuto, dal suono caldo e lirico, il violoncello di Matteo Salizzoni e il clarinetto di Marco Masini. Paolo Longo prepara il Coro al meglio: buona la vocalità, carente il dialogo con il direttore.

Caterina Sala, nel ruolo di Giulietta, è una belcantista di razza: riesce a raggiungere gli acuti in maniera molto agile. La sua abilità nel fraseggio è sempre molto chiara, risultando ancora più evidente nei duetti con Romeo, interpretato dal mezzosoprano Laura Verrecchia, che ha dimostrato di avere un ottimo colore vocale, forte presenza scenica e grande carisma. Marco Ciaponi, nel ruolo di Tebaldo, è una bella conferma per il Teatro: a suo agio sul palcoscenico, ben si destreggia nelle pagine belliniane. Il Capellio di Paolo Battaglia è risultato buono dal punto di vista scenico ma freddo e distaccato vocalmente. Emanuele Cordaro nei panni di Lorenzo svolge ottimamente il suo compito con una buona interpretazione della seconda scena dell’atto secondo nel lungo duetto con Giulietta.

Il pubblico triestino ha accolto discretamente questa produzione che mostra poca amalgama nella compagine vocale: buona l’intesa tra Romeo e Giulietta, mentre il resto del cast risulta meno coeso.

Foto: Fabio Parenzan/Teatro Verdi di Trieste

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