Succede spesso che in un teatro ci siano delle recite nascoste che diventano inaspettatamente un evento. Così è successo nella recita del 23 luglio di “Carmen” all’Arena di Verona con il grande ritorno di Fabio Armiliato sul palcoscenico areniano dopo un’assenza di ben undici anni. E si è trattato di un ritorno in grandissimo stile.

©️Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Il tenore ha creato un Don José straordinario per vocalità e interpretazione. Attorialmente Armiliato ha disegnato un personaggio dominato dalla passione, tenebroso, controverso, il cui amore è fin dall’inizio estremo e quindi destinato a sfogare nella violenza. Armiliato è artista e attore sapiente, e anche vocalmente utilizza tutta la capacità coloristica della sua voce, raggiungendo risultati superbi nel canto sfumato così come nel canto virile e sfogato dell’ultimo atto. La grande aria del fiore è risultata ideale per drammaticità e romantico abbandono. Per tutti questi fattori Armiliato dev’essere considerato uno dei più grandi tenori del mondo.

©️Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Accanto a lui debuttava la Micaela di Karen Gardeazabal, la quale si metteva in luce per una pulizia vocale e una limpidezza d’emissione tutte da lodare. La sua interpretazione si segnalava per sincerità e genuinità espressiva.

©️Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Géraldine Chauvet riprendeva la sua collaudata interpretazione di Carmen, elegante e mai volgare, vocalmente inappuntabile per linea e chiarezza d’emissione. Desidereremmo però sentire nella sua interpretazione un più passionale abbandono che la renderebbero protagonista più coinvolgente.

©️Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Il ruolo di Escamillo pone sempre delle difficoltà al suo interprete a causa di una tessitura alquanto ingrata. Alberto Gazale interpreta il personaggio in maniera convincente, gestendo con eleganza e maestria tutte le difficoltà.

©️Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

La squillante Elisabetta Zizzo, Clarissa Leonardi, Roberto Covatta e Nicolò Ceriani compongono il brillante quartetto dei compari di Carmen, mentre Gianluca Breda (Zuniga) e Italo Proferisce (Moralès) completano la compagnia.

Daniel Oren è l’altro grande protagonista della serata con la sua direzione sempre più infuocata e tesa a raccontare il fatalismo che è insito nel dramma di Bizet.

Dramma e fatalismo che sono pur presenti nello spettacolo di Hugo de Ana, in cui si avverte assai il tema della morte che pervade la vicenda. Tuttavia l’allestimento del regista argentino risulta spento, fin troppo scarno e mancante di quella grandiosità che l’Arena, nonostante tutto, richiede.

Al termine un calorosissimo successo.

Francesco Lodola

Verona, 23 luglio 2019

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