Il Teatro Verdi di Trieste è attualmente impegnatosu due fronti: l’importante tournée in Giappone, dove un fortunato allestimento di Traviata sta ottenendo grandi successi, e la produzione della nuova opera Le Nozze di Leonardo, commissionata al compositore Antonio Di Pofi per la stagione “Da 0 a 100 …& Più”, su libretto scritto a due mani da Giuseppe Manfredi e Guido Chiarotti. La regia è affidata a Morena Barcone, i costumi ad Andrea Binetti, mentre le scenografie, reali e virtuali, sono a cura di Federico Cautero per 4DODO. L’allestimento vede impegnate cinquevoci e un ensemble ridotto dell’orchestra della Fondazione. La Trama dell’opera si snoda attraverso una lunga e costante riflessione sulla figura di Leonardo all’interno della realtà milanese del 1490. La compagnia vocale è formata da Tonia Langella nel ruolo di Cecilia Gallerani, Nicolò Ceriani in quello di Bernardo Bellincioni, Miriam Carsana come Beatrice d’Este, Claudia Urru quale Isabella d’Aragona e la triestina Ilaria Zanetti nel ruolo di una servetta di corte.

La direzione dell’orchestra è affidata ad Andrea Certa, che svolge il proprio compito con gesto sicuro e chiaro . I cantanti hanno ben saputo interpretare una partitura molto complicata, dal linguaggio a metà tra il classico e il contemporaneo. Un gran plauso a Nicolò Ceriani, che con una vocalità piena e calda riempie tutto il teatro: il suo ruolo si rivela indispensabile per riuscire a portare avanti una storia a dir poco complicata. Interessante la presenza di Tonia Langella, che da subito fa intuire la sua ottima preparazione vocale e teatrale.

La musica composta da Di Pofi, pur scritta in modo magistrale, non riesce ad arrivare all’ascoltatore, che spesso rimane sospeso tra un testo di denso significato e una musica poco melodica. L’elaborato è davvero interessante, ma la complessità è tale da renderne l’ascolto molto difficile. Il Libretto è perfettamente abbracciato alla drammaturgia dell’opera, complessa e di difficile lettura . Morena Barcone e Andrea Binetti riescono nel migliore dei modi possibili a esprimere un ideale di opera moderno e attuale. Meravigliosi i costumi di Binetti, che riesce a rendere viva la celebre Dama con l’ermellino. Le scene di Federico Cautero dovrebbero essere il punto di forza di questo spettacolo, ma la tecnica della tridimensionalità, pur aiutando lo spettacolo, non ci sembra renderlo così unico o particolarmente innovativo. In conclusione, questa nuova produzione possiede numerosi buoni spunti e una tecnica compositivo-drammaturgica veramente di alto livello, ma siamo sicuri che riuscirà ad arrivare alle orecchie e alla “pancia” del pubblico in sala? La compagine artistica impegnata nell’opera trasmette passione e voglia di fare bene, ma sono sufficientiper un successo pieno?
Matteo Firmi
Trieste, 30 ottobre 2019