Le ultime recite nascondono sempre delle sorprese, e sono quasi sempre meglio delle prime. L’ultima Traviata all’Arena di Verona ha riservato due novità, il debutto di Zuzana Marková al posto dell’impossibilitata e soprattutto il ritorno areniamo al ruolo di Alfredo di Francesco Demuro, a dieci anni esatti da quella Traviata del 2011 con la regia di Hugo de Ana.

Per Demuro si trattava di un ritorno ad un ruolo che conosce a menadito, e per il quale anche in questa occasione ha dimostrato di possedere una naturale predisposizione. La sua professionalità e saldezza di nervi lo hanno aiutato nel gestire l’entrata all’ultimo momento nella produzione e a raffigurare un protagonista vincente sia dal punto di vista vocale che interpretativo.

Zuzana Marková è anche lei una veterana nel ruolo di Violetta, ed è parsa qui al suo meglio soprattutto nel III atto, dove, probabilmente passata l’ansia del debutto (certo non facile) in Arena riusciva più convincente anche come interprete.

Trionfatore della serata è il Germont père di Simone Piazzola, il quale raccoglie il successo più vivo della serata, grazie alla sua prestazione vocale impeccabile e all’interpretazione autorevole in ogni momento.

Si distinguono anche le prestazioni di Romano Dal Zovo (Dottor Grenvil), Yao Bohui (Annina), Marcello Nardis (Gastone), Dario Giorgelè (Marchese d’Obigny), Clarissa Leonardi (Flora), Nicolò Ceriani (Barone Douphol), Max René Cosotti (Giuseppe) e Stefano Rinaldi Miliani nel doppio ruolo di Domestico e Commissionario.

Francesco Ivan Ciampa sul podio, ben assecondato da orchestra e coro gestisce al meglio le sue risorse, ottenendo la quadratura del cerchio con sapienza e innato senso del ritmo teatrale.

Successo caloroso per tutti con punte di vivo entusiasmo per Piazzola e Ciampa.

©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

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